“La Via del Reiki dal Tainai Reiki all’Uchu Reiki” si ripropone di riportare il Reiki ad una disciplina di vita nella quale l’apprendimento e la crescita si ottengono con un’applicazione costante e protratta nel tempo, seguendo un percorso strutturato e programmato; in analogia con l’insegnamento originale di Usui, che accompagnava l’allievo nel proprio percorso di formazione personale, attraverso la pratica costante.
“La Via del Reiki dal Tainai Reiki all’Uchu Reiki” è uno stile con una propria identità ben definita.
È uno stile che integra l’originalità giapponese e il nostro sentire occidentale.
È soprattutto un viaggio che porta il nostro Ki (TAINAI) ad incontrare il Reiki Universale (UCHU) e così facendo ci permette di diventare più uomini, più presenti e più radicati, perché non esiste Reiki senza Uomo. Chi pratica Reiki diventerà più profondamente umano, attraverso il riconoscimento delle proprie fragilità e delle proprie forze. Essere Uno significa mostrare al mondo ciò che si è totalmente, in tutto quello che è l’unione della propria parte buia e della propria parte luminosa.
- Il filo conduttore del nostro percorso è la Chiamata, quello che Usui chiamava l’Anshin Ritzumei, in altre parole la ricerca del dono che ognuno di noi può esprimere e ridonare all’Universo; quel dono che è il sigillo della nostra autenticità e ci rende profondamente umani.
La Chiamata, per realizzarsi, ha bisogno di un Uomo capace di saper ascoltare e far risuonare questa Chiamata; ed ecco motivato il sentiero della formazione.
- Le basi del percorso sono il corpo ed il Questi si uniscono nel Gassho, simbolo profondo dell’unione delle polarità. Il Gassho ci consente di prendere contatto con il nostro corpo, ammorbidire le nostre rigidità e unire le nostre dualità. Impariamo ad essere più vicini a noi stessi e quindi più vicini agli altri.
- La struttura che sorregge, e contemporaneamente ritma tutto il percorso, è composta dai tre tanden. Shimo tanden, Naka tanden e Kami tanden sono i perni attorno cui si articola il percorso; sono collegati al sistema nervoso e sono i nodi in cui si sprigiona il risveglio. Per lavorare con i tanden abbiamo bisogno di ripulire il nostro campo emozionale e fisico.
L’allineamento dei tanden crea, in ognuno di essi, un campo generativo: mente somatica, mente cognitiva e mente di campo.
La meta del nostro viaggio, la Chiamata, risuona attraverso l’allineamento della persona, attraverso l’allineamento delle tre menti, attraverso il sistema nervoso, risuona nell’incontro fra Tainai e Uchu Reiki; permettendoci di esprimere la Chiamata in termini più concreti. Il nostro viaggio si snoda attraverso gradi di crescita, gradi che non possono avere né tempo né luogo, ma sono legati ad ognuno di noi in base al proprio livello di consapevolezza, al proprio sentire e al proprio percorso.
TAINAI REIKI – il Qi del corpo, la conoscenza e l’esperienza del Qi del corpo.
Iniziamo a prendere contatto con il nostro Qi e la nostra Chiamata, attraverso lavori sul corpo ed il respiro; sperimentiamo momenti frammentari d’unione e cominciamo a riunire tutto il nostro sentire.
SHODEN – i primi insegnamenti, la pulizia di noi stessi.
Lo Shoden inizia con il Reiju; il momento in cui cielo e terra s’incontrano, il momento in cui si accende il percorso del risveglio e ognuno inizia a risuonare in connessione con l’Universo.
Iniziano gli insegnamenti che ci conducono ad approfondire la Chiamata, la nostra crescita personale, il nostro Teate, il nostro tocco e il nostro senso di cura. La nostra attenzione è concentrata sullo Shimo tanden e sulla mente di campo. Impariamo a centrarci ed allinearci, a sentire ed a lasciar scorrere l’energia. Sperimentiamo il dono che Usui ci ha lasciato: il Teate, la cura verso noi stessi; ciò che ci permette di specchiarci nelle persone per attivare dei processi di autoguarigione. Per ritrovare quell’energia di auto guarigione che sta dietro al dolore e alle ferite, nostre e degli altri. Impariamo l’ascolto nel Teate attraverso le 12 posizioni di Hayashi, le 22 di Furumoto e il metodo classico di Usui con le 5 posizioni della testa e Byosen.
OKUDEN ZENKI – gli insegnamenti profondi, la parola e la scoperta dell’altro.
Incontriamo i simboli che Usui ci ha dato per aiutarci a migliorare sempre più la frequenza e per imparare a risuonare in modo diverso con le varie frequenze. Il primo simbolo (o meglio il primo Hô, come si dice in Giappone anziché pronunciare il simbolo), Choku Rei, è legato alla forza, alla concentrazione d’energia e risuona con la terra nello Shimo tanden e nella mente somatica. Il secondo Hô, Sei He Ki, è legato alla mente, alla pulizia mentale, all’armonia e risuona con il cielo nel Kami tanden e nella mente cognitiva. Il nostro livello di frequenza si è alzato, il nostro senso di unione e il nostro sentire si fanno più forti. La nostra attenzione si concentra sul Kami tanden e la mente cognitiva,che ci aiuteranno a sviluppare la capacità di facilitazione per permetterci di trovare risorse dove c’è il dolore, trasformando il dolore in qualcosa di costruttivo e creativo. Apprendiamo tutte le tecniche di trattamento derivanti dal mondo giapponese, probabilmente inserite da Hayashi, giacché il maesto Usui lavorava unicamente con la connessione e la capacità di creare un campo di trasformazione. Noi le tratteremo per fornire agli allievi un aiuto nel loro percorso di sensibilizzazione. Il Teate diventa più profondo. Scopriamo l’incontro responsabile con l’altro, in tutti i suoi aspetti. L’altro che non è un soggetto passivo da guarire, ma piuttosto un grande specchio per il nostro processo di autoguarigione e di sensibilizzazione dell’energia.
OKUDEN KOKI – gli insegnamenti più profondi, entrare nel cuore e nel silenzio.
Shimo/mente somatica e Kami/mente cognitiva si allineano per permettere l’apertura della mente di campo, collegata al Naka tanden; la mente che va oltre la mente, la mente più ampia che ci insegna la connessione alle realtà più profonde e all’Uno. Incontriamo il terzo Hô, Hon Sha Ze Sho Nen, che è legato alla connessione. È il simbolo che connette, che ci colloca nel qui ed ora, nella connessione vera e che risuona nel Naka tanden e nella mente di campo. L’Okuden Koki è un momento misterico profondo, dove la Chiamata risuona ancora più intensa ed inizia ad aprirsi all’Universo. È il momento del silenzio; il momento in cui, attraverso il silenzio e le pratiche, si entra sempre più in contatto con quella dimensione buia che ci connette con tutte le cose. Il Teate ora diventa più sottile e si affida alla percettività delle dita attraverso il Byosen, percettività che viene facilitata dai campi generativi che abbiamo sviluppato nel nostro percorso. Alla fine dell’Okuden Koki abbiamo l’incontro con la grande luce splendente, il Dai Ko Mio, il simbolo che Usui dava alla fine dello Shimpiden e che, nel nostro percorso, è stato inserito per aiutare una risonanza sempre più in profondità con quello che è l’Uchu Reiki.
SHINPIDEN – il percorso misterico, il viaggio personale e solitario verso la realizzazione della Chiamata.
È una strada di esperienza, purificazione, ascolto, silenzio e pratiche antiche per completare il cammino della Via. Un viaggio che ci fa andare oltre la soglia di sicurezza dove, una volta superata, tutte le nostre certezze vacillano e la sfida diventa difficile, affascinante e rischiosa, ma fondamentale nel Viaggio. E quando la soglia si varca non si può più tornare indietro perché non siamo più nel territorio delle comparse ma siamo sulla strada dell’autenticità, la nostra Strada.
La metodologia è quella teorico-esperienziale su base settimanale sullo stile del dojo.
Nella Via non ci sono scorciatoie, perché non è la conoscenza delle tecniche la cosa più importante, ma il cammino stesso. È fondamentale sviluppare la risonanza e la capacità di trasmissione tipica del Reiki.
Nell’ambito del percorso si pone particolare accento sulla necessità di contestualizzare le pratiche raccontandone l’origine, la finalità, il momento etc.; cioè facendone comprendere il contesto nel quale si debbono inserire.
La VIA DEL REIKI può essere seguita da chiunque, sia che desideri semplicemente accrescere la propria consapevolezza ed utilizzarla al fine di produrre il proprio benessere, sia che desideri dedicarsi alla divulgazione ed alla pratica del metodo, sia che voglia farla diventare una vera forma professionale.